giovedì 4 novembre 2010

Esercitazione: Domande su Meirieu

Nella prova intermedia saranno presenti domande su Meirieu. Quale tipo di domande? Ad esempio: cosa intende Meirieu per fabbricazione?
Provate a formulare voi delle domande, leggendo il testo di Merieu; formulate delle domande in base a quanto detto a lezione e alla lettura del testo. Poi scrivete sul blog le domande che credete possibili. A qul punto chi vuole risponde e (se lo ritengo utile) vi posto dei consigli e dei commenti.
(un consiglio: se rispondete ad una domanda, riportate prima la domanda).

30 commenti:

  1. Cos'è per Meirieu lo spazio di sicurezza?

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  2. Cos'è per Meirieu lo spazio di sicurezza?

    Mi sembra un'ottima domanda e possibile.
    Per questa prima volta provo io a rispondere.
    La scuola è una eterotopia, ovvero uno spazio isolato e altro dal mondo esterno, anche se deve essere in relazione con il mondo.
    Nella scuola lo studente deve poter sperimentare in sicurezza attività e conoscenze; deve poter simulare le azioni del mondo, potendo commettere errori. Deve poter giocare, così come giocano i bambini che fanno finta ...
    Deve poter provare a fare ciò che non sa fare. Ecco dunque che la scuola deve poter essere vissuta dallo studente come spazio di sicurezza, ovvero spazio in cui sperimentare e commettere errori senza problemi e senza il rischio di "farsi male".

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  3. Cosa intende dire Meirieu quando afferma che le discipline scolastiche sono diventate "brandelli di cadaveri"?

    La scuola non deve semplicemente essere il luogo dove vengono trasmesse conoscenze senza permettere di capire il perchè si è giunti ad esse. C'è bisogno di porsi anche degli interrogativi su quali sono stati i problemi e le domande che hanno portato ad esse. Si tratta, in definitiva, di dare significato alle cose per poter crescere ed essere partecipi a ciò che ci circonda...

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  4. Come rendere vive le discipline? Un problema che dovrebbero avere tutti i docenti. E la risposta non è solo quella dell'utilità. Anzi come dice Meirieu, la meno signficativa. Occorre andare oltre. Rendere vive signfica anche dare signficato, come dice Rosalba, fare in modo che accendano dentro lo studente. A volte un gioco matematico che non serve a nulla accende dentro e attiva lo studente. Crea quel gusto verso la disciplina che trasforma la stessa in una parte del mio bagaglio, della mia identità. Provate a riempire di senso uil termine "signficato".

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  5. "Dare significato" consiste nell'essersi appropriati delle conoscenze e saperle anche riutilizzare in più contesti, no?

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  6. Cosa si intende per " rivoluzione copernicana" in pedagogia? Come possiamo fare in modo che il bambino diventi " l'attore principale della sua educazione" ?

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  7. Non ho ben chiaro un concetto:
    Quando si parla di "verticalità significativa",s'intende dire che le proposte didattiche devono essere calate nelle situazioni reali,da diventare significative per il soggetto?

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  8. Non mi e' chiaro cosa intende dire Meirieu nella settima esigenza della Rivoluzione Copernicana. Cosa vuol dire "accettare l'insostenibile leggerezza della pedagogia"?

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  9. Per Anonimo rispondo circa la "verticalità significativa" che essa significa più che altro legare i saperi che si insegnano a scuola a delle domande di senso che siano tali anche per gli alunni, anche per i bambini. Che vuol dire domande di senso? Faccio 2 degli esempi di Meirieu.
    1) Egli dice: certo saper contare è utile per non farsi "fregare" al supermercato; questo però non è il senso dell'aritmetica o del saper contare. Meirieu dice: induciamo gli alunni a porsi le domande che si sono posti i matematici e a partire dalle quali hanno dato avvio allo sviluppo di quei saperi. Cosa c'è alla base del calcolo? Cosa ha fatto sì che si sviluppasse? Questo è connettere il sapere con il quadro/contesto culturale in cui si è sviluppato. Certo non è facile rendere accessibili a dei bambini le domande fondamentali o originarie relative a un sapere: qui sta l'abilità dell'insegnante che sarà facilitato in questo compito di mediazione dalla conoscenza che ha della disciplina che insegna. La sua bravura sta proprio nel permettere agli alunni di appropriarsi di quelle domande di senso e di vedere il sapere come risposta ad esse.
    2) Meirieu fa un altro esempio per far capire il concetto di domande di senso, questa volta non partendo dalle domande dei predecessori, ma dalle domande ESISTENZIALI dei bambini che possono essere: perchè non posso dormire con mamma e papà? dove eravamo prima di nascere? Ad esempio quest'ultima domanda può essere di un bambino, ma era anche dei primi filosofi. Se non vado errata, lo stesso Bruner dice che l'approccio al sapere dei primi uomini non è diverso da quello dei giovani uomini, certo se ne potrebbe discutere visto che i contesti non sono gli stessi e l'ambiente influisce sullo sviluppo cognitivo; questo tuttavia ci permette di ricollegarci all'esempio precedente, ovvero quello in base a cui le domande che hanno dato origine allo sviluppo dei saperi dovrebbero diventare le domande dei bambini.

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  10. Per Federica. Molto sinteticamente: "leggerezza della pedagogia" significa che essa, in quanto scienza che ha a che fare con l'umano, non ha la forza di previsione e anticipazione di quelle che in passato venivano dette le "scienze dure", come la fisica, la chimica, la biologia, ecc. D'altra parte non può averla, perchè prevedere con certezza lo sviluppo umano significherrebbe negare la libertà che è l'essenza stessa dell'uomo. Ora, questa leggerezza della pedagogia è "insostenibile" perchè induce molti (i sostenitori delle "scienze dure" dice Meirieu) a non considerarla scienza.

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  11. Provo a rispondere al Prof. Rossi.
    Dare significato alle discipline significa non trasmetterle semplicemente,ma renderle suscittibili di interesse da parte del bambino attraverso attività che siano in grado di suscitare il suo interesse e soprattutto la sua curosità. Questo favorirà il processo di appropriazione e riutilizzazione,che è alla base di ogni impresa educativa.

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  12. Benedetta Di Lorenzo6 novembre 2010 alle ore 12:28

    Che differenza c'è, se esiste differenza, tra "orizzontalità vivibile" e "verticalità significativa"?

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  13. La "verticalità significativa" è stata ben spiegata qualche post sopra dalla tutor e l'"orizzontalità vivibile" credo corrisponda allo spazio di sicurezza di cui ha parlato il prof. Rossi nel primo commento...

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  14. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  15. salve... Vorrei chiarire la definizione di scienze dell'educazione.... grazie

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  16. Dire in un post cosa siano le scienze dell'educazione è difficile. Invito a leggere il materiale inserito nella pagina web: http://celfi.unimc.it/did/2010/Mialaret_SI/Mialaret_indice-copy.html in cui sono lette alcune pagine di Mialaret.

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  17. Buongiorno,volevo avere un chiarimento per quanto riguarda il materiale da studiare per la prova intermedia.
    1) Quali sono le pagine del libro 1 "Frankestein educatore" da studiare.
    2) Aprendo i vari collegamenti per quanto riguarda il materiale in cui si parlare delle scienze dell'educazione,ho notato che ci sono dei collegamenti a siti e pagine in francese.anche questi materiali saranno sulla prova intermedia?
    Mi scuso per la lunghezza della mia domanda e Vi ringrazio anticipatamente per l'eventuale risposta.

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  18. Dal libro ''Frankenstein educatore'' nel capitolo due, non mi è chiaro questo paragrafo: ..In realtà un essere completamente autonomo sarebbe, nel senso proprio del termine, un essere 'sufficiente', cioè un essere di sicuro insopportabile per i propri simili; mentre un essere completamente eteronomo, cioè incapace di bastare in alcunché a se stesso, sarebbe un pericolo continuo di morte psicologica o fisica. .. Grazie!

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  19. Potrei avere un elenco degli autori trattati nelle lezioni, per potermi preparare delle righe sull' analizzazione del loro punto di vista istituzionale.. ? visto che è un ipotetico argomento per la prova intermedia. Grazie

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  20. Provo a rispondere all'anonimo sulla frase circa l'autonomia.

    Ciascuno di noi non è mai completamente autonomo in tutto, non è pensabile e nemmeno possibile(l'autore fa l'esempio dei lavori idraulici), ma non è nemmeno pensabile che una persona non sia autonoma in assoluto perchè questo aumenterebbe di molto la probabilità di morte fisica o psicologica (pensa se per vestirci, mangiare o per fare qualunque cosa, dovessimo ricorrere ad un aiuto dall'esterno!).
    Meirieu scrive quella frase in riferimento alla sfera di autonomia che si sviluppa in ogni specifica istituzione.
    La scuola, in particolare, si pone come obiettivo l'autonomia degli alunni nei loro processi di apprendimento, così come un'infermiera si può porre l'obbiettivo di rendere autonomi i pazienti nell'assunzione dei loro farmaci.
    Questa autonomia, inoltre, va sviluppata tenendo conto del livello già raggiunto da ciascun alunno e utilizzando dei sistemi d'aiuto, dei mezzi specifici, che verranno alleggeriti gradualmente fino ad arrivare a sparire perchè non più necessari.

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  21. salve... non mi è chiaro il significato di "modificabilità cognitiva"?

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  22. Provo a rispondere...

    Quando si parla di "modificabilità cognitiva" si parte dal presupposto che lo sviluppo cognitivo avvenga lungo tutto l'arco della vita e che dunque sia modificabile. Partendo da questo, si sottolinea l'importanza dell'azione di mediazione da parte dell'insegnante al quale spetta il compito di attivare questa "modificabilità" attraverso una valida azione di supporto che favorisca il processo di apprendimento.

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  23. Tra le azioni dell'insegnante sottolinerei il termine "attivazione" usato da Rosalba.
    Ne parlavo a lezione.
    Se uno studente non conosce o non ha capito un concetto ci si può muovere in due modi: ripeterglielo in modo corretto (modalità inefficcace), oppure comprendere dove è l'errore e dove è il blocco e costruire un dispositivo in cui sia costretto a rimettere in discussione quella conoscenza che è alla base del blocco.
    Si parla molto spesso in questo caso di realizzare un'attività critica, di provocare una crisi, di mettere in discussione una credenza. ogni credenza nasce dalla propria esperienza, anche se spesso non correttamente letta. Non è un errore ma una lettura dell'esperienza. Non è una mancanza di consocenza ma una elaborazione basata su una lettura parziale.
    Un esempio per tutti. Come diceva Aristotele un corpo si muove se è soggetto ad una forza. E' l'esperienza di tutti i giorni. Galileo e poi Newton hanno evidenziato che se un corpo non è soggetto a forze si muove all'infinito in moto rettilineo uniformo; se nel nostro mondo i corpi si fermano è perchè vi è l'attrito (che è una forza che si oppone al movimento). Se incontrate Aristotele e gli dite che non è vero quello che dice e che i corpi non soggetti a forze si muovono all'infinito, vi riderà in faccia ed elaborerà infinite prove per sorreggere la sua fisica.
    Unico modo è non dire ma proporre dispositivi in cui immergersi insieme ad Aristotele. Eliminando man mano l'attrito (con un binario a cuscino d'ario, portandolo con voi in una passeggiata nello spazio, ecc. ecc.) e poi lasciandolo riflettere e rimettere insieme le varie esperienze (vecchie e nuove fatte).
    Lo mettete in crisi. Sempre disposti a sorreggerlo per trovere nuove risposte. La crisi può essere anche pericolosa.

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  24. Una probabile domanda a mio parere potrebbe essere la differenza che vi è tra la praxis e la poesis in relazione all' educazione. Di conseguenza provo a dare una risposta. L' educazione non può essere considerata poesis in quanto essa è un' attività, una fabbricazione che termina nel momento in cui si raggiunge lo scopo desiderato.E questo è quello che abbiamo potuto verificare nell esempio di Frankenstein poichè egli ha concluso l' azione con la fabbricazione, ha raggiunto il suo scopo.Ma se, come sappiamo l' educazione è in continuo mutamento non può essere poesis perchè in essa il risultato che si vuole ottenere necessita di mezzi tecnici che producono un risultato che una volta raggiunto si stacca dal suo autore senza riguardarlo minimamente!Se invece consideriamo l' educazione come praxis (come infatti deve essere)vediamo che non vi sono scopi prefissati da raggiungere tramite un progetto,non vi sono oggetti da fabbricare poichè la praxis è un azione fine a se stessa che non si conclude mai anzi è in continuo mutamento proprio come lo è l' educazione.La praxis va oltre la semplice fabbricazione, è un atto da compiere nella sua continuità.

    Non so quanto questa domanda con la relativa risposta possa essere stata chiara ed esatta, aspetto sue correzioni,grazie!

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  25. quali parti del libro sono da studiare??
    elisabetta.

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  26. Per Zaira: è una domanda possibile e la risposta è abbastanza completa.
    Per Elisabetta: nel sito didattica10.pbworks.com vi sono indicate le pagine. Anche se avendo indicato gli argomenti, avandoli letti a lezione e avendoli commentati, speravo che foste voi a comprendere .... Siamo all'Università!! Un testo di poche pagine va comunque letto. Fa parte della vostra formazione.

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  27. cosa intende Meirieu per poiesis e praxis? qual'è la differenza?e quando si educa entrano in gioco entrambi?
    Grazie

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  28. Possibile domanda: Cosa significa per Meirieu "fare con l'allievo"?

    Risposta:
    Nel testo di Meirieu si evidenzia la complessità dell'agire educativo, che non può ridursi a semplice immissione di nozioni in un alunno che è considerato una "Tabula rasa", o un ogetto docile e inanimato.
    L'agire educativo deve presuporre una differenziazione di dispositivi, di unità didattiche, ecc.. che consentano a tutti gli alunni di raggiungere, attraverso le loro capacità gli obiettivi prefissati.
    Non esiste quindi il dispositivo perfetto, esistono solo dei modelli flessibili che consentono al docente di personalizzare la didattica, in modo da consentire all'alunno di avere delle "ancore di appoggio" da cui partire per poter sviluppare in autonomia le proprie competenze.
    Quindi il "fare con" è un costruire con l'alunno, step by step, il percorso più adatto a lui, senza dimenticare però quali siano gli obiettivi da raggiungere.

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  29. Vorrei chiarire a proposito del paragrafo "far costruire la legge"ovvero la necessità dei rituali(pag. 124 e seguenti Meirieu).
    Cosa vuol dire Meirieu con la necessità della costruzione di una Legge o dei rituali pedagogici che chiama "rituali-quadro"?
    Ho provato a darne una risposta.
    il fatto che uomini sensibili rivolti ad ideali di bontà e giustizia possano abbandonarsi alla violenza ed alla follia omicida, o parallelamente alunni "modello" incapaci però di resistere ai loro impulsi immediati umiliano i loro compagni e insegnanti ecc, per Meirieu é il frutto di una mancata cultura del saper gestire i propri impulsi e le proprie passioni, di non riuscire a comprendere quali situazioni sono più o meno consone per esprimere determinate idee.
    Per questo in ambito scolastico egli ritiene che la creazione di un "consiglio" e la partecipazione attiva e corretta ad esso può essere un dispositivo adatto a prevenire questo tipo di "problemi"?
    E in generale se ognuno di noi riuscisse a creare dei "consigli" interiori in cui discutere e valutare le possibili soluzioni che si prospettano per risolvere un problema, riusciremo un giorno a sopprimere quegli impulsi barbari e animaleschi che non riusciamo a reprimere?
    La ringrazio anticipatamente.

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  30. Costruire una legge è anche costruire una persona nella sua complessità Spesso abbiamo studenti modello perchè "sanno rispondere alle domande disciplinari" ma poi non sanno stare al mondo. Diviene essenziale pertanto che la scuola più che inserire contenuti e imbottire di informazioni, crei le basi perchè ciascuno costruisca la propria strada.
    Condivido molte delle cose che afferma e della sua intepretazione.
    Condivido quanto scritto da katiuscia

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