sabato 30 ottobre 2010

Descrivi un dispositivo

Sicuramente, ripensando ai tuoi anni di studio, ricorderai alcuni dispositivi che hai vissuto. Alcuni molto frequenti, altri raramente, ma forse non per questo meno signficativi. Prova a descriverne qualcuno e a indicare le caratteristiche fondative. Prova soprattutto a descriverne gli elementi che rendevano quel dispositivo efficace o non efficace.

17 commenti:

  1. lei ha detto di studiare solo la prima parte del link sui dispositivi didattici ma io non riesco a trovare la fine della prima parte!me lo potrebbe dire? grazie in anticipo

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  2. Inserirò un nuovo file solo con le parti da studiare.

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  3. Questo mio commento forse non è del tutto inerente al tema: dispositivo, in quanto descrivo solo il modo in cui il prof di psicologia ci faceva studiare. Mi piaceva solo ricordare, l'amore per lo studio di quella materia, nei miei 5 anni di Istituto Professionale. Il professore, dopo aver scelto un paio di alunni, assegnava loro capitoli da studiare, i quali, un ragazzo per volta doveva discutere, nella lezione successiva, dalla cattedra all'intera platea. Dopodiché il resto della classe poneva delle domande su vari concetti presi in considerazione, per vedere la nostra capacità di collegare e saper esplicitare in modo chiaro. Un parere sulla votazione da parte del 'pubblico' e poi il 'verdetto' del prof.
    ..nulla di che solo che ad essere sincera quella era l'unica materia che studiavo bene e sempre! :) G.

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  4. Ciao Gloria!
    è sicuramente un dispositivo quello che hai descritto. Una curiosità, qual era il ruolo del professore oltre quello di dare il verdetto finale?

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  5. Vorrei proporre un esempio di "dispositivo" ricollegato alla mia breve esperienza di insegnante agli adulti stranieri. Seppur inconsapevolmente, leggendo gli appunti e ascoltando la lezione, credo di aver messo in atto un dispositivo ogni volta che ho proposto loro un dettato.
    La finalità era quella di verificare la loro capacità di tradurre la pronuncia della parola in codifica scritta. Ovviamente a casa sceglievo o producevo io stessa un testo sulla base del loro livello linguistico, introducendo però volutamente alcune parole "difficili", non tanto dal punto di vista ortografico quanto per il fatto che probabilmente molti di loro non le conoscevano.
    Prima di iniziare, leggevo loro il brano per introdurli nella tematica trattata nel breve testo e offrire una sorta di aiuto, li avvisavo inoltre del fatto che poteva esserci qualche parola a loro sconosciuta e di fare attenzione.
    Una volta terminato il dettato, davo a ciascuno di loro il testo per autocorreggere gli eventuali errori. La fase successiva prevedeva che ciascuno dicesse se c'erano parole di cui ignoravano il significato, le scrivevo alla lavagna e insieme si cercava di dedurne il significato in base al contesto in cui il termine era stato utilizzato.Questo serviva loro ad interagire con gli altri e con me ed a praticare la lingua cercando di spiegare i significati. Inoltre, tutto questo dava vita a conversazioni non "previste" da me, ma dettate dalla loro curiosità sull'utilizzo delle parole nuove. Il tutto poteva durare un'ora come tutte le due ore di lezione, dipendeva da cosa "costruivamo" nel frattempo.
    Può essere un adeguato esempi di dispositivo?

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  6. E' sicuramente un dispositivo Rosalba.
    In quale vertice del triangolo lo collocheresti?
    Istruzionale, di regolazione/negoziazione, di riflessione/Autovalutazione?

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  7. Lo collocherei tra il vertice di regolazione/negoziazione e quello di riflessione ed autovalutazione...

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  8. Io per la parte del dettato lo collocherei anche in quello istruzionista, in quanto la corretta scrittura delle parole dettate non lascia poi così tanta scelta, anche se certo c'è sempre di mezzo l'interpretazione da parte del soggetto della parola pronunciata dal docente e questa interpretazione è sia fonetica che semantica, cioè sia l'interpretazione di un suono che di un significato. Ma qualunque messaggio è cmq sempre interpretato da chi lo riceve, anche la spiegazione di una procedura da seguire, che è uno degli esempi più calzanti di dispositivo istruzionista.

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  9. Quindi, se ho ben capito, andrebbe collocato su tutti e tre i vertici.
    Effettivamente il dettato è un'attività istruzionista e la ringrazio per avermi dato la possibilità di chiarire meglio.

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  10. Durante il mio lavoro presso i musei dovrei aver progettato anch'io un "dispositivo" ogni volta che ho preparato un'attività didattica per le scuole. Vorrei provare a fare un esempio relativo ad un percorso dedicato alla geografia che ho progettato per le classi del secondo ciclo della scuola primaria. L'attività si propone di approfondire la conoscenza dell'evoluzione della cartografia dal popolo egiziano fino ai nostri giorni, fornire elementi indispensabili per poter leggere e creare delle mappe geografiche. L'esperienza progettata, inoltre, è arricchita dalla possibilità di visita della Sala del Mappamondo che conserva un mappamondo settecentesco, un vero capolavoro, che i ragazzi possono vedere da vicino constatando con i loro occhi tutte le caratteristiche tipiche della cartografia di quel periodo altrimenti rintracciabili solo nei libri. Durante l'excursus cronologico mostro materiale fotografiaco, libri e riproduzioni di carte storiche. Preciso che questa parte dell'attività ha durata mutevole, da 45 min a un'ora e un quarto, perchè l'interazione con i ragazzi e con le loro curiosità ampliano la tematica trattata e alla fine costruiamo insieme una nuova lezione molto spesso lontana da quella ipotizzata da me. Dopo aver affrontato questa parte teorica consegno ai ragazzi un quadernino, redatto da me in precedenza e calibrato sulle conoscenze che già possiedono (in alcuni casi grazie ad un confronto con l'insegnante della classe) e sulla base dei programmi scolastici che hanno seguito fino al momento dell'attività; il quadernino verrà compilato tutti insieme dopo aver vagliato le possibilità di risposta. Tale supporto didattico è costituito da parti scritte utili a fissare i concetti enunciati fino a quel momento, da alcune parti incomplete che i ragazzi devono compilare grazie alle nuove conoscenze acquisite (una sorta di verifica del lavoro fatto fino a quel momento). L'ultima parte del quadernino è dedicata alla creazione di una legenda avendo a disposizione una mappa di una città, questa parte è propedeutica per un futuro lavoro in classe. La durata completa dell'attività è di circa un'ora e mezza. Anche in questa seconda parte dell'attività si innescano con le classi delle dinamiche che non avevo "previsto" utili per affrontare altre tematiche da inserire nelle future attività.

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  11. Mi sembra un interessante dispositivo, aperto anche ad essere arricchito dall'interazione in classe.

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  12. Un dispositivo didattico di cui serbo memoria risale ad un’esperienza della 5° elementare. La maestra (una suora), dopo aver terminato la trattazione del corpo umano, ci dette la consegna di scegliere un aspetto dell’argomento affrontato e di fare una ricerca corredata di immagini, servendoci di altri testi e dell’enciclopedia per ragazzi disponibile presso la biblioteca della scuola. Questa consegna si concludeva con lo studio individuale e l’esposizione della ricerca alla classe. Il ruolo dell’insegnante fu volutamente marginale perché la maestra assunse una posizione di ascolto, rendendosi disponibile per piccoli aiuti e consigli su richiesta degli alunni, ed inoltre durante le nostre esposizioni si mimetizzò nel contesto classe sedendosi in un banco in mezzo a noi.
    Gli spazi in cui si svolse quest’attività didattica furono la propria abitazione, la classe, la biblioteca della scuola; i tempi, per quel che mi ricordo, possono essere quantificati in tre giorni, lavorando poche ore a scuola e prevalentemente a casa. Invece per quanto riguarda gli strumenti ricordo di aver utilizzato: fogli protocollo ,penne, matite, libri, enciclopedia, opuscoli sull’argomento,colori ,forbici, colla, immagini da incollare.
    Sulla base della mia esperienza personale, penso che la consegna affidataci dall’insegnante, più che approfondire le conoscenze disciplinari, si proponesse l’obiettivo di farci acquisire un proprio metodo di studio e conseguire l’autonomia.
    Per quel che riguarda il mio lavoro personale, ricordo di aver utilizzato l’enciclopedia di casa ed un testo della scuola media per l’approfondimento di qualche aspetto e di aver selezionato il materiale sulla base delle mie capacità di comprensione. A posteriori mi rendo conto di aver spontaneamente attivato diversi processi logici quali la capacità di strutturare autonomamente l’argomento, di sintetizzare, di riflettere, di rielaborare ed esporre in modo personale i contenuti ricercati, anche perché per l’approfondimento, almeno a casa, ho consultato testi di livello superiore rispetto alla scuola elementare. La valutazione consisteva nel gradimento espresso dalla classe per il lavoro svolto e dal modo in cui i compagni ti gratificavano o condividevano i contenuti per averli rinvenuti anche loro durante la ricerca. L’insegnante invece rimaneva in silenzio lasciando liberi i bambini di esprimersi. Secondo me in quel frangente alla maestra non interessava tanto dare un voto all’attività svolta ma verificare se avevamo acquisito un metodo di studio ed in particolare la capacità di ricercare, comprendere, organizzare, esporre un argomento. Questo dispositivo ha segnato nel mio percorso di studio il passaggio dalla scuola elementare alla scuola media perché mi ha proiettato verso un approccio allo studio delle varie discipline più maturo perché basato sulla comprensione, sulla riflessione e sulla personalizzazione dei contenuti che mi sarebbe stato richiesto nel proseguo dei miei studi.
    Infatti se fino a quel momento l’apprendimento mi era stato semplificato e mediato dall’insegnante, invece con questo dispositivo ho imparato a studiare in maniera autonoma, meno meccanica e più ragionata.
    (SEF a distanza)

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  13. Interessante e coinvolgente. Si sente tutto il pathos del ricordo e dell'evento.
    Vorrei aggiungere alcune osservazioni, commenti che ritengo utili per riflettere su dispositivi e professionalità docente.
    1. L'importanza dei nostri vissuti come studenti per comprendere che professionisti saremo. I nostri vissuti da studenti sono le esperienze in base alle quali noi modelliamo il nostro futuro essere docenti. In risposta a un post nel filo su Meirieu (in cui parlo di Aristotele) ho affermato che sempre i nostri concetti sono fondati sulle esperienze. Questo non vale solo per quella fisica e chimica che ognuno si costruisce personalmente, ma anche per la pedagogia e la didattica. Se non confrontiamo le nostre idee e concetti con le nostre pratiche passate e i nostri ricordi, ci appropriamo di teorie che sappiamo esporre, ma che non intaccano la nostra prassi di docenti, il nostro habitus. Sono cadaveri, come dice Meireu. Per essere dei futuri validi professionisti dobbiamo appropriarci di teorie e acquisire consapevolezza dei modelli che ci siamo costruiti in base alle esperienze vissute e poi fondere le due cose in modelli personali.
    2. Molti dei dispostivi da voi raccontati anche in classe riprendono delle situazioni come quella raccontata da Loredana: una consegna in cui lo studente deve eseguire in forte autonomia un compito. Vorrei evidenziare aspetti positivi e negativi, non tanto in base al racconto, ma in generale sulle consegne che possono essere raggruppate sotto l'etichetta "effettuare una ricerca". Positive sono sicuramente la motivazione e la possibilità data allo studente di misurarsi con se stesso e con le proprie capacità; la possibilità di misursi con un compito in cui gli è richiesto di decidere anche il processo e l'organizzazione del lavoro. Ma occorre che l'insegnante stia ben attenta/o a non richiedere un lavoro che lo studente non sa come fare. Mi spiego meglio. Fare una ricerca su testi vari richiede una serie di operazioni che lo stduente deve conoscere e che, quando conosce, può mettere in atto anche con un ampio grado di autonomia e di personalizzazione. Deve sapere come (1) porsi delle domande di ricerca, (2) sapere come ricercare sui testi, (3) effettuare una lettura veloce per scremare le fonti, (4) valutare l'affidabilità delle fonti, (5) decidere uno schema, (6) effettuare una lettura approfondita delle fonti selezionate, (7) elaborare una relazione connessa e coesa di quanto letto, riducendo le differenze stilistiche e non copiando a pezzi senza costruire un nuovo testo, (8) elaborare una esposizione, (9) esporre in modo gradevole e in funzione dell'audience. Se le singole fasi non sono padroneggiate dallo stduente, egli lavora ed esegue a modo suo e può anche prendere delle abitudini non corrette, come un albero che cresce senza sostegno. Ho visto troppo spesso ragazzi abbandonati a se stessi nelle ricerche, così come ho visto ottimi insegnanti che dopo aver dato le indicazioni sulle singole fasi e aver effettuato delle attività su di esse, un lavoro anche di mesi, erano in grado di richiedere alla classe un lavoro di ricerca che gli studenti effettuavano con estrema competenza.
    Stesso discorso (non connesso al racconto di Loredana) quando gli insegnanti chiedono agli stduenti di autovalutarsi. Ha senso se hanno prima dato delle metodologie e delle coordinate generali, altrimenti fanno più male che bene.
    Comunque grazie per la narrazione.

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  14. Non riesco a trovare I livelli dell'apprendimento secondo Bateson e Baldacci. Potete aiutarmi?

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  15. buongiorno, lei in una delle prime lezioni ha detto di studiare i primi due capitoli di Frankenstein educatore, poi andando a controllare nello schema da lei inserito nel sito ho notato che risultano effettuate le pagine da 69 a 135, comprendenti dunque anche il terzo capitolo, quindi il libro di frankenstein per la prova intermedia occorre studiarlo interamente?

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  16. Salve, non mi è chiara una parte del testo Progettare nella società della conoscenza a pag 190: "A livello di area/disciplina/insegnamento e di modulo, la coerenza[...]possono fare riferimento ad approcci differenti." Grazie

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  17. una domanda!! avendo superato tutti e due gli scritti,all'orale devo fare un terzo scritto inerente al nido più l'orale vero? ma una traccia su cosa devo prepararmi per il nido si potrebbe avere? Grazie!!

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